domenica 12 dicembre 2010

Finita la vacanza

Ogni volta che finisce una vacanza, rientriamo a casa stracarichi. La prima cosa che faccio dopo aver frullato dove capita i bagagli è di correre in cucina ad attaccare le calamite da frigo. Né abbiamo un bel po', ma non sono di tutti i posti che abbiamo visitato altrimenti dovremmo comprare un altro frigo. Mentre porto avanti questo rituale, mi sale sempre la malinconia perché questa è la fine vera e propria del giro in camper.

Questo viaggio più degli altri ci ha lasciato tante belle esperienze e tante belle emozioni. Soprattutto, grazie alle persone che abbiamo incontrato e che hanno dato ognuna un raggio di sole alla nostra esperienza.

Stavamo guardando uno dei cartelli informativi per capire dove fosse l'ufficio per il turismo ed un signore passando ci vede e ci chiede se stiamo cercando il centro. Gli diciamo che dobbiamo andare all'a.p.t. e lui ci spiega benissimo più volte dove si trova. Fa un pezzo di strada con noi, è gentilissimo e ci fa subito capire cosa significa "ospitalità verso il turista".

Il signor Eros, a cui ho chiesto un'informazione nel centro di Ferrara e che ci ha raccontato molti aspetti della vita ferrarese. La politica, le biciclette e tanto tanto altro. Col suo fare da vero galantuomo, sorridente ci illustra pregi e difetti (pochi) di una città davvero meravigliosa. Prima di incontrare lui, pensavo che gli emiliani fossero tutti leghisti: mi sbagliavo di grosso!!!

Andiamo a comprare il pane tipico di ferrare ed il panettiere ci ha tenuto praticamente una lezione sul pane tipico. A prima vista, sembravano tutti uguali, invece ogni pezzo ha le sue caratteristiche. Più morbido, meno morbido, croccante. Quest'uomo molto gentile e disponibile, che ci ha omaggiato parlando un po' di romanaccio (l'ho apprezzato, anche se a me non piace molto), ci ha illustrato tutta la tradizione ferrarese in fatto di pane. Una persona squisita ed il pane era ottimo.

Durante la nostra passeggiata, entriamo al mercato e lì vediamo la SALAMA DA SUGO. Chiedo informazioni al venditore e anche lui si dimostra una persona incredibilmente socievole. Ci spiega che la salama si chiama da sugo perché quando la si lascia macerare emette un sugo e questo non deve essere buttato, bensì serve per la cottura. Decidiamo di acquistarne una (potevo andarmene senza portarmene dietro una? Mi guardavano tutte con quegli occhioni......) e lui ci spiega tutta la procedura corretta per la cottura. Ci da anche le istruzioni scritte, perché così non ci possiamo proprio sbagliare. Anche lui sente che siamo di Roma e né sembra contento. Ci dice che i suoi cugini hanno un negozio a Roma e che a lui piace molto la capitale. E dentro la mia testa mi chiedo "chi era leghista?".

Arriviamo a Comacchio e siccome ci siamo dimenticati entrambi i caricatori delle batterie delle macchine fotografiche, andiamo a cercare qualcuno che né venda di compatibili. Entriamo in un negozio di fotografia, si chiama ERRE DUE. Non né ha disponibili, però si fa lasciare la batteria e me la carica lui. Ripassiamo dopo un paio d'ore e la batteria è pronta. Lui è un ragazzo sorridente, gentile e davvero di buon cuore. Ci dice che gli piacerebbe andare in camper, purtroppo non può lasciare il negozio. Però, un po' ci rosica.

La sera, passeggiando, chiediamo un'informazione ad un uomo per capire che ponti stiamo vedendo. Dall'indicazione finiamo a parlare di pesca. Quell'uomo era davvero gentile e ci spiega che ormai di pesce ce n'è poco in laguna. Facciamo il giro dall'altra parte e c'è un pescatore. Mi fermo a parlare con lui ed è un tipo un po' folle. Quando gli dico che anche io ho la passione per la pesca, mi vorrebbe lasciare tutto perché non si prende nulla, per andare a bere un bicchierino. Mi dice che se voglio un'oretta posso pescare, se poi voglio lo aspetto e gli restituisco tutto, altrimenti mi posso pure portare via l'attrezzatura. Io rido di cuore, ma declino l'offerta. Rimango con lui un altro pò perché è un personaggio che mi piace davvero. Mi parla ora seriamente, ora riprende lo scherzo. Interessante, davvero. Sembra una persona di cuore. Si stanca di pescare, mette via tutto e se ne va.

La mattina mi sveglio e vado a fotografare la laguna. Un uomo passava in bicicletta con il suo cagnolino. Lo saluto, lui aspetta che finisco di fare le foto, poi si avvicina ed inizia a chiacchierare. Purtroppo, parla in dialetto stretto e ci capisco poco. Spesso gli faccio ripetere, altrimenti cerco di andare ad orecchio. Mi racconta come nel dopoguerra la laguna e le terre fossero il sostentamento dei poveri, ma ora il sindaco ha vietato la pesca ovunque, a meno che non si paga una tassa. Lui è arrabbiato nero, anche perché il sindaco ora che è in carica si è montato la testa e non lo saluta più. Mi racconta anche che aveva 10 fratelli (tra maschi e femmine) e che suo padre andava a lavorare a Ferrara. Si faceva "il mazzo", detto alla romana, per portare a casa da mangiare. E quando tornava, gli undici figli affamati si buttavano sul cibo. "Ed ora c'è chi butta anche il pane" aggiunge e mi si stringe il cuore.

2 commenti:

  1. Grazie Willy, leggendo i tuoi racconti mi fai andare in camper.
    Noi solo per Natale riusciremo ad andare,e in campeggio a sciare; intanto Sabato finisco il lavoro: ho installato il SOG.

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  2. Ciao Massimo. Noi per Natale non usciremo. Però, ci stiamo organizzando per capodanno. Mi piacerebbe andare sulla neve, anche se non ho grande esperienza di montagna in inverno ed un po' mi preoccupa. Quando parti, aggiorna il blog, mi raccomando ;o)

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